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     IL DUOMO    

Benché l’edificio che oggi ammiriamo sia relativamente recente (fine 18° secolo),

ad Abano esisteva un luogo di

culto cristiano almeno dal 10° secolo.

Il primo documento che ne fa menzione

e lo associa al toponimo Abano nella forma “Abeno” (il nome deriva da Aponus, divinità romana delle terme) è una cronaca del 971 relativa alla donazione del monastero benedettino di San Martino

all’abbazia di Santa Maria di Farfa.

Un successivo documento del 1077 cita esplicitamente l’esistenza di una pieve:

all’epoca questa, come altre in diocesi,

venne posta sotto la protezione imperiale

dai vescovi Benno e Odone, messi regi.

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Duomo retro 2

Che la pieve fosse dedicata a San Lorenzo

lo sappiamo però con certezza solo

dall’atto di donazione del monastero di

San Martino a quello di San Daniele in Monte, nel 1147, da parte del vescovo san Bellino.

Si estendeva su di un territorio vasto e densamente abitato, tanto che sul finire del Duecento il prete che la reggeva dovette essere aiutato da tre chierici.

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Nel 1314 la chiesa, come il resto del paese,

fu messa a ferro e fuoco da

Cangrande della Scala,

in guerra contro i Carraresi.

Prontamente ricostruita,

della seconda parrocchiale

rimane l’antico campanile gotico,

uno dei pochi superstiti in diocesi,

mentre l’edificio principale a tre navate

fu abbattuto nella seconda metà del 18° secolo

per far spazio a una chiesa

più capiente, l’attuale.

Nel Quattrocento,

quando il dominio della Serenissima

si estese sul Padovano,

nella campagna aponense annessi

alle ville dei patrizi veneziani

sorsero diversi oratori,

oggi non più aperti al pubblico:

il più importante è quello dei Mocenigo

dedicato a Sant’Anna, restaurato nel 1972.

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Dal 1456 al 1564 la pieve andò in beneficio

alla nobile famiglia dei Capodilista,

che per oltre un secolo nominò arciprete

i figli cadetti: restando laici,

essi godevano di titolo e benefici ma

per la cura pastorale assumevano un prete.

Una situazione che cessò solo dopo

il Concilio di Trento,

quando Ludovico Capodilista,

dovendo scegliere se prendere

l’ordine sacerdotale

oppure rinunciare alla carica di arciprete

e ai benefici connessi, preferì ritirarsi.

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La prima pietra della nuova arcipretale

fu benedetta nel 1780

ma la chiesa rimase a lungo incompiuta. Progettata a un’unica navata

da Domenico Cerato,

architetto di Prato della Valle

e dell’ospedale civile di Padova,

fu consacrata solo nel 1935.

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Radicalmente restaurata negli anni Sessanta, fu modificata nella parte absidale per renderla più funzionale alla liturgia secondo i dettami del Concilio vaticano 2° e nella facciata in stile neoclassico del 1905, completamente sostituita: l’attuale, del trentino Efrem Ferrari, riprende lo stile dell’antico campanile, restaurato nel 2000.

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